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Palla Agai - Col di Lana

Dino Dibona - Andar per sentieri


Carte turistiche 1:25.000
Tabacco: foglio 07 Alta Badia/Hochabtei, Livinallongo.
Kompass: foglio 616 Val di Fassa e Alto Cordevole.
Sentiero n° 21.

Denominazione dell'escursione: Palla-Agai - Cima del Col di Lana.

Gruppo montagnoso: Col di Lana.

Difficoltà: nessuna difficoltà, va comunque rilevato che l'ultimo tratto è in forte pendenza. Escursione consigliata anche agli escursionisti poco allenati.

Tempo medio complessivo di percorrenza: circa 3 ore e 30 minuti (tre ore e mezza).

Abbigliamento ed equipaggiamento consigliati: usuale per le normali escursioni in alta montagna (indispensabigli gli scarponi da montagna e la giacca a vento, oltre a maglione, calzettoni di lana, ecc.).

Punto di partenza: vicinia di Palla/Agai (Livinallongo del Col di Lana).

Punto di arrivo: vicinia di Palla/Agai (Livinallondo del Col di Lana).

Altitudine massima che si raggiunge durante l'escursione: m 2465 s.l.m., sulla cima del Col di Lana.

Interesse naturalistico dell'escursione: principalmente paesaggistico, geologico, geomorfologico, floristico e faunistico.

Rifugi e altre infrastrutture ricettive d'appoggio: sulla cima del Col di Lana, esiste un bivacco incustodito, molto ben mantenuto, con due posti letto, aperto tutto l'anno per il riparo degli escursionisti.

Accorgimenti consigliati: il percorso si svolge interamente nel territorio del comune Livinallongo del Col di Lana e la partenza e l'arrivo dell'escursione avvengono nello stesso punto. E consigliabile curare l'equipaggiamento, anche in relazione al fatto che l'ultimo tratto del sentiero e alquanto ripido (indispensabili gli scarponi da montagna) e la cima del Col di Lana è spesso spazzata dal vento (indispensabile la giacca a vento). N.B.: i numeri romani indicano il periodo di fioritura (es. VI-VII = periodo di fioritura giugno-luglio) e la lettera P le specie protette dalle leggi e dai regolamenti vigenti.

Iniziamo la gita

Il percorso escursionistico inizia al villaggio di Pala Agai, raggiungibile in poco più di cinque minuti d'auto da Pieve di Livinallongo, percorrendo una stretta strada asfaltata. Il villaggio, in cui un tempo vivevano 120 persone, oggi è abitato da una sola famiglia ed è uno dei tanti esempi dell'abbandono della montagna. All'inizio del villaggio, un'ampia piazzola consente di abbandonare l'auto prima di inoltrarsi lungo una strada forestale chiusa al traffico veicolare. Qui ha inizio l'escursione che ci porterà fino alla cima del Col di Lana.

La strada forestale sterrata, sale con pendenza dolce tra il fitto bosco a dominanza di abete rosso (Picea excelsa) e, dopo circa dieci minuti di cammino, si raggiunge il rifugio museo di Pian de la Lasta (museo privato della Grande Guerra), sempre aperto durante la stagione estiva. Dal Pian de la Lasta si prosegue ulteriormente lungo la strada forestale o, a scelta, lungo i brevi tratti di ripido sentiero che costituiscono altrettante scorciatoie tra un tornante a l'altro della strada. In questo tratto, nel sottobosco è presente la fragola (Fragaria vesca, IV-V), il lampone (Rubus idaeus, VI-VII), la carlina bianca (Carlina acaulis, VI-IX) pianta senza fusto, foglie spinose e fiori grandi con petali nastriformi bianco-avorio, raramente rosei, il millefoglio bianco-roseo (Achillea millefolium roseo-alba, VI-IX) dai fiori bianchi o bianco-rosati riuniti in racemi, il giglio martagone (Lilium martagon, VII-VIII, P) dai bellissimi fiori di colore rosa-violaceo con petali ricurvi all'indietro, il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus, V-VI) dai fiori verdastri e bacche blu scuro molto saporite, la luparia (Aconitum vulparia, VII-VIII) dai fiori di color gialognolo riuniti in una lunga spiga, il fior di stecco (Daphne mezereun, V-VI, P) dai fiori rosa carico, molto profumati, che compaiono prima delle foglie, le cui bacche di color rosso corallo, sono velenose; nei tratti dove sulla sinistra affiorano le rocce di colore scuro dove cresce il ginepro sabino (Juniperus sabina, IV-VI) un arbusto prostrato con rami coperti di foglie squamose di colore verde scuro e con bacche velenose che a maturità sono di colore bluastro, la rosa pendulina (Rosa pendulina, VI-VIII, P) una rosa senza spine dai fiori con petali rossi. Nel bosco è presente il capriolo (Capreolus capreolus), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), la martora (Martes martes), la civetta capogrosso (Aegulius funereus), il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) dal piumaggio nero e bianco con la parte posteriore del ventre con piume rosse (il maschio ha un ciuffo di piume rosse anche sul capo) dal robusto becco che l'uccello usa come uno scalpello per rompere la corteccia e il legno delle piante, con colpi secchi che si odono anche a grande distanza, in cerca di 3 larve di insetti, di cui si nutre. Proseguendo, il bosco si fa più rado e la presenza del larice più numerosa, mentre sulla destra tra gli alberi si aprono ampi squarci, attraverso i quali si gode un meraviglioso panorama verso il Monte Civetta, la Valle del Cordevole e il Lago di Alleghe. Prima di raggiungere e superare il limite superiore del bosco, sulla sinistra si vedono alcune piccole sorgenti di acqua limpida e pura; più avanti il bosco si fa ancora più rado e compare l'ontano verde (Alnus viridis) e il pino cembro (Pinus cembra). Raggiunta la sommità del Ciamplac (m 1922), si esce dalla zona alberata. Qui è opportuno fermarsi per osservare il vasto panorama che si gode da questa posizione: da sinistra, in senso orario, si vedono il Lagazuoi (m 2778), la Tofana di Mezzo (m 3244), la Tofana di Rozes (m 3225), la Croda Negra (m 2518), l'Averau (m 2649), il Nuvolau (m 2574), la Gusella (m 2595), la Croda da Lago (m 2701), i Lastoi de Formin (m 2657), il Monte Pore (m 2405), il Monte Pelmo (m 3168), il Monte Civetta (m 3220), il Monte Fernazza (m 2100), il Monte Migon (m 2312), la Marmolada (m 3343) e, sulla immediata destra, il Col di Lana (m 2452) la meta dell'escursione ancora lontana. La flora è qui rappresentata dalle specie foraggere del pascolo d'alta montagna, con la presenza della campanula barbata (Campanula barbata, VII-VIII, P) dal fiori azzurri pendenti e pelosi all'interno, visitati dal bombice alpino (Bombus alpestris), distinguibile per avere la parte terminale dell'addome di color arancione carico, la genzianella germanica (Gentianella germanica, VII-VIII, P) dai fiori color azzurro-violaceo, la parnassia (Parnasssia palustris, VI-VIII) con fiori di color bianco candido, il brugo (Calluna vulgaris, VI-VIII) dai numerosi fiori piccolissimi di color rosa-violaceo e indice di suoli fortemente acidi, il cardo scardaccio (Cirsium eriophorum, VII-VIII, P) pianta spinosissima, alta anche più di un metro, con fiori grandi intensamente colorati da rosa-violetto a rosso-purpureo, spesso visitati dai bombici e dalle farfalle, entrambi numerosi in questo tratto, dove, insieme a altre specie di farfale, sono presenti la vanessa orticaria (Aglais urticae) una farfalla comune dalle ali splendidamente colorate e la rara farfalla apollo (Parnassius apollo) dalle ali bianche con macchie nere e quattro ocelli rossi ornati di nero con il centro bianco. Qui è presente anche la cinciallegra (Parus major) un piccolo uccello molto comune dalle piume del dorso color giallo-verdastro e quelle della testa nere e la ben più rara rondine di montagna (Ptyonoprogne rupestris) con piume bruno-grigie sul dorso, più chiare sulle parti inferiori.

Proseguendo lungo la strada forestale che attraversa il pascolo, si raggiungono le opere di captazione dell'acqua per la vicinia di Pala Agai dove c'è una fontanella alla quale si può bere e all'occorenza attingere acqua fresca, poiché più a monte non si incontreranno altre sorgenti. Ancora cento metri o poco più e la strada forestale ha termine; da qui in poi si prosegue sul sentiero, verso la cima del Col di Lana già in vista. In questo tratto di transizione tra il bosco e il pascolo d'alta montagna (ecotone), è presente, più che altrove nella zona, il camoscio (Rupicapra rupicapra), il muflone (Ovis musimon) specie estranea all'ambiente alpino e introdotta negli anni 1984-1986, la marmotta (Marmota marmota), il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus) dalle piume completamente nere con becco giallo e zampe rosse e non è raro neppeure vedere, alta nel cielo, l'aquila reale (Aquila chrysaetos).

Lungo il sentiero la pendenza si fa subito più accentuata e in breve ci si trova a dover affrontare un tratto abbastanza ripido, superato il quale si prosegue fino al Capello di Napoleone (m 2200) e, superato anche il limite superiore degli ultimi alberi sparsi (abete rosso e ontano verde), si prosegue quasi costantemente in cresta, dove, sulla destra, a tratti si vede, otto-novecento metri più in basso, il centro abitato di Pieve di Livinallongo e, sul versante opposto della valle il cui fondo è segnato dal torrente Cordevole, si vedono i villaggi di Sotil, Davedino, Sotanglacia e Ornella. Proseguendo, la pendenza del sentiero aumenta ulteriormente, ma a quaesto punto dell'itinerario, ci si può considerare già vicini alla meta. I suoli qui sono ovunque di colore bruno-grigio, e si sono formati e sviluppati su substrato pedogenetico igneo, siliceo e acido, che hanno consentito il formarsi di un soprassuolo erbaceo con fitoassociazioni dominate dal carice ricurvo (Carex curvula), dalla festuca di Haller (Festuca halleri), dal palèo delle Alpi (Anthoxanthum alpinum) e dal cervino (Nardus stricta), un'erba non apetita al bestiame e che di questo si avvantaggia notevolmente soprattutto là dove il pascolo è intenso. Tra il verde delle foglie di queste piante erbacee, fanno capolino i fiori della genziana punteggiata (Gentiana punctata, VII-VIII, P) dai fiori gialli fittamente punteggiati di bruno, la linaria alpina (Linaria alpina) dai fiori azzurro-violacei con fauce arancione e l'antillide alpestre (Anthyllis alpestris, VI-VIII) dai fiori gialli formanti un capolino con base bianca coperta da fitta lanugine.

Superato l'ultimo tratto, molto ripido, solitamente grondanti di sudore, si raggiunge finalmente la cima del Col di Lana, a quota 2465 m s.l.m., dove è stata eretta una grande croce di legno. Poco più in basso, nel 1927 è stata costruita una graziosa chiesetta e, più recentemente, subito sotto la cima, a quota 2462 metri di quota, è stato eretto anche un piccolo bivacco incustodito, affidato alla pubblica fede ed educazione, aperto tutto l'anno.

Dalla cima del Col di Lana, si gode di uno splendido panorama, assolutamente indescrivibile: le montagne che si vedono tutt'intorno sono innumerevoli e il solo elencarle riempierebbe molti fogli. Da qui, si vedono le montagne dell'Austria e la maggior parte delle più importanti cime dolomitiche.

Sul versante orientale, appena sotto la cima, là dove si vede l'enorme cratere scavato dalla mina fatta brillare il 18 aprile 1916 durante la Grande Guerra, quando quassù si sono affrontati lungamente e cruentemente popoli e genti della montagna, c'è un monumento eretto nel 1995 con iscrizioni in tre lingue: italiano, tedesco e ladino.

Sui versanti del Col di Lana, anche nelle vicinanze del sentiero percorso, vi sono alcune gallerie artificiali scavate a scopi bellici duranta la Grande Guerra; queste gallerie sono oggi indicate con iscrizioni comemorative e l'entrata, sia pure non agevole, non è comunque stata chiusa completamente: se ne sconsiglia vivamente l'esplorazione, vietata e pericolosa.

La descrizione dell'itinerario termina qui, ma non l'escursione, perché dalla cima del Col di Lana si ridiscende per lo stesso itinerario percorso in salita, fino al villaggio di Pala Agai, dove ha avuto inizio la gita.

Copyright © - Dino Dibona

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